Recensione libro: Sperando che il mondo mi chiami di Mariafrancesca Venturo

Buongiorno carissimi liberi e libere. È passato il tempo delle vacanze natalizie ed è tempo di tornare tra i banchi di scuola. E se ancora non siete pronti per farlo il libro che vi stiamo per proporre riuscirà a darvi il giusto incoraggiamento. Quindi pronti? Inforcate i vostri occhiali e la vostra cartella, il vostro zaino e via. Sperando che il mondo mi chiami edito da Longanesi vi aspetta per essere letto.

La trama

Carolina Altieri ogni mattina si sveglia all’alba per andare al lavoro. Indossa abiti impeccabili, esce di casa, sale su un autobus e accende il cellulare sperando che una scuola la chiami. Carolina fa il mestiere più bello del mondo, ma è ancora, e non sa per quanto, una maestra supplente, costretta a vivere alla giornata senza poter mai coniugare i verbi al futuro, né per sé né per i suoi allievi.

Attraverso ore che scorrono in un continuo presente, scandito solo dalle visite a una tenerissima nonna e dall’amore travolgente e imperfetto per Erasmo, Carolina racconta il rocambolesco mondo della scuola, popolato da pendolari speranzosi e segretarie svogliate, e la sua passione per i bambini, che tra sorrisi impetuosi, inaspettate verità e abbracci improvvisi riescono sempre a sorprenderla e a insegnarle qualcosa. E sarà proprio questa passione a costringerla a imprimere una svolta alla sua vita eternamente sospesa e a cambiarle il destino.

L’autrice

Mariafrancesca Venturo è stata molte cose el passato: attrice, studentessa di teatro,animatrice, barista, portinaia, commessa e pasticciera. Ora lavora a scuola perché fa la maestra, dove spesso si macchia le dita con
la penna perché scrive anche lì. Vive a Roma insieme al marito e alla sua inseparabile cagnolina Babette. Ha scritto libri sul poeta Edoardo Sanguineti, sulla sindrome dello shopping e sul metodo Montessori.

 

 

  • Titolo: Sperando che il mondo mi chiami
  • Autore: Mariafrancesca Venturo
  • Editore: Longanesi
  • Genere: Narrativa italiana
  • Data pubblicazione: gennaio 2019
  • Numero pagine: 405
  • Prezzo copertina: 14,36 €
  • Prezzo e-book: 9,99 €
  • Narrazione: Prima persona

 

 

 

 

La mia recensione

Ho voluto leggere questo libro perché sono stata sempre attratta dal mondo della scuola. Del quale si è tanto discusso e trattato. Poi ora  che ho mia sorella che è diventata insegnante e mi piace vederla preparare le lezioni e studiare per il concorso per entrare di ruolo sono ancora più affascinata da quel mondo. Sperando che il mondo mi chiami offre una triste e angosciante realtà di chi svolge il ruolo di supplente. Esso è una figura che non è ritenuta importante. È un jolly. Serve solo a riempire un vuoto lasciato da un altro insegnante. Che magari è di ruolo.
Il supplente per vivere, almeno da come si evince leggendo le disavventure della maestra Carolina, deve stare nella costante precarietà.
Vivere nella costante attesa di quella chiamata che gli farà ottenere il lavoro. Per un giorno o due. Se va bene anche per un mese.

Chi fa questo mestiere non può progettare il suo futuro finché non ha ottenuto il posto fisso o quella convocazione che gli offrirà lavoro assicurato per un anno.
Purtroppo la vita del supplente non è facile. E in questo volume ci si affeziona a Carolina. Da questa maestra dal cuore grande. Perché a dispetto di quanto si creda ci sono docenti che amano il loro lavoro e soprattutto i loro alunni.
Infatti Carolina è l’esemplare di supplente che si affeziona a tal punto ai suoi pupilli da accantonare ogni desiderio del posto fisso.  Perché i bambini hanno bisogno di continuità per imparare meglio. Anche loro, anche se non lo ammetteranno mai finiscono per avere a cuore quella figura che per loro è un esempio pur stando con loro solo per un breve periodo.

La vita di un/una supplente viene messa a dura prova. A Carolina viene richiesto a malincuore di pensare al suo futuro e quando alla fine lei riesce ad ottenere il posto fisso. Dopo sacrifici, master e tanto altro, compie la difficile scelta di lasciare quei bambini a cui teneva, anche se era stata con loro solo il tempo di un battito del cuore. Decide di optare per la scelta più dolorosa ma più saggia.

Questo non le impedirà di certo di svolgere altrettanto bene il suo lavoro anche perché avrà finalmente una classe tutta sua e nomi da imprimere per sempre nella memoria.

Sperando che il mondo mi chiami offre anche un interessante spunto di riflessione. Spesso quando si termina il percorso di studi ci si sente già arrivati. Si pensa che non ci sia più niente da imparare. Ma specie quando si ricopre il ruolo di docenti si scoprirà che non solo non si finisce mai imparare e che spesso sono i più piccoli a dare una lezione ai più grandi.

Un volume che esaspera un po’ la vita di chi è costretto a svolgere un ruolo un po’ di nicchia ma che evidenzia come nonostante la precarietà, l’incertezza dovuta alla posizione che si ricopre non bisogna perdere la motivazione, la grinta e l’amore per il proprio lavoro. Perché è una carriera che si sceglie per vocazione.

Un romanzo che vuole essere un augurio a tutti i giovani che hanno intrapreso la carriera dell’insegnamento.

Quindi se siete pronti a ritornare tra i banchi di scuola non ci resta che invitarvi alla lettura di questo testo.
BUONA LETTURA!!!