Recensione libro: Astenersi principianti

Buongiorno carissimi liberi e libere. Qui è Luna, la vostra donna d’intelletto a tenervi compagnia con altri consigli per le vostre letture. Oggi volgio suggerirvi un romanzo che si può definire una geniale allegoria della Morte. Si tratta di Astenersi principianti di Paolo Milone edito da Einaudi.

La trama:

Davanti alla fine, siamo tutti principianti: e siccome l’arte del distacco non la possiamo imparare, tanto vale affezionarsi a questa Signora acquattata nell’armadio, cercando le parole per farcela un po’ amica. Ognuno procede a modo suo, ci mancherebbe, ma qui c’è un piccolo prontuario portatile: una cassetta degli attrezzi fatta di poesia, paura, favole, silenzio, coraggio, lacrime, sorrisi: «mille pozioni per uccidere la notte». Paolo Milone accende il buio con le sue folgorazioni, e ha l’avventatezza di farlo persino con leggerezza. Perché non possiamo sapere quale, ma di queste strade, una sarà la nostra. «Esistere nel corpo è una cosa bellissima. Non ci sono altri posti per essere noi stessi». La morte è l’unica certezza che abbiamo nella vita, ma noi allontaniamo il pensiero ogni giorno, con pervicace distrazione. Eppure basterebbe fermarsi un istante… Ecco perché è fatto di istanti, questo libro inaspettato. Di quegli attimi preziosi in cui esitiamo in cerca di una strada, e all’improvviso ci accorgiamo che la vita e la morte fanno gli stessi scherzi, perché semplicemente sono un’unica cosa. In fondo cosa c’è, dopo la morte? C’è un paese dove non siamo mai andati: «Per me, per esempio, la Norvegia». Di ciò di cui non si può parlare, non bisogna tacere. È stato Paolo Milone a dimostrarcelo, conquistando il cuore di tanti lettori con “L’arte di legare le persone”. E ora, con la stessa sensibilità e col medesimo ardire, affronta un’arte persino più difficile. Incredibilmente finisce per confortarci anche questa volta, rendendo vivo e vicino ciò che tanto ci affanniamo a tenere lontano. Il distacco in fondo è una mano tesa, un gioco che non conosciamo ancora, uno spasimante per cui ci facciamo belli tutta la vita.

L’autore:

Paolo Milone, psichiatra, è nato a Genova nel 1954. Ha lavorato in un Centro Salute Mentale e poi in un reparto ospedaliero di Psichiatria d’urgenza. Nel gennaio 2021 pubblica il suo primo libro: L’arte di legare le persone (Einaudi).

La mia recensione:

Essendo il primo incontro con questo autore non sapevo cosa aspettarmi, ma grazie ad Astenersi Principianti, ho avuto un bellissimo appuntamento con la triste mietitrice.

Ebbene si, questo testo, senza filtri e con estrema tranquillità, tratta della morte, la rende umana, parla al lettore e lo invita a riflettere. Arrivando alla conclusione che l’unica verità e questa:

“La verità è che ognuno muore a modo suo, come sa e come riesce. Non esistono protocolli. Le confesserò una cosa: anch’io sono una principiante assoluta, ogni volta ricomincio da zero. È impossibile prepararsi, non ci resta che improvvisare.”

Quello che conquista di questo volume è la bellissima rappresentazione di questo personaggio, vestito di un mantello nero e con la sua falce, che in mezzo agli umani compie il suo delicato dovere.

Accattivante è anche la prosa, poetica, fatta di frasi breve, concise, che arrivano dritte al punto e giungono al cuore del lettore.

Quello che lascia la lettura di questo testo è una visione più serena dell’aldilà, una sensazione di pace, calma, che raramante si possono provare dopo aver letto un romanzo che tratta un tema cosi delicato come quello della morte.

L’autore mi ha incuriosito molto, trasmette con la sua penna pungente e un umorismo che sfiora il macabro, riesce a scavare a fondo mettendo su carta con poche e semplici parole tutti i pensieri che appartengono al genere umano.

Apprezzabile è anche il fatto che l’autore abbia ricavato dalla sua esperienza come psichiatra un’idea inclusiva e sana della mente, facendo sentire compreso e accolto chiunque si trova a leggere i suoi scritti.