Recensione libro: Antidolorifico di Lorenzo Mazzoni

Buongiorno carissimi liberi e libere. Qui c’è Luna, la vostra donna d’intelletto a tenervi compagnia con altri consigli per le vostre letture. Oggi voglio suggerivi un libro che apprezzerete se avete una vena splatter.

La trama:

| Un noir-pulp ironico e dissacrante, un romanzo corale in cui i personaggi, tutti al limite della società per bene, cercano di barcamenarsi e di trovare l’occasione della vita. Anche se poco lecita. Un libro, che risente del peso di un certo cinema di genere, nato dall’ascolto di Painkiller, brano che la band svedese Bakyard Babies ha scritto assieme a Tyla dei The Dogs d’Amour. Un viaggio lisergico, quello di Mazzoni, ai margini del genere umano.

L’autore:

Lorenzo Mazzoni (Ferrara, 1974) ha vissuto a Londra, Istanbul, Parigi, Sana’a, Hurghada e ha soggiornato per lunghi periodi in Marocco, Romania, Vietnam e Laos.

Scrittore, saggista e reporter ha pubblicato una ventina di romanzi, tra cui Apologia di uomini inutili (La Gru, 2013), Quando le chitarre facevano l’amore (Edizioni Spartaco, 2015; Premio Liberi di Scrivere Award), Un tango per Victor (Edicola, 2016), Il muggito di Sarajevo (Edizioni Spartaco, 2016), In un cielo di stelle rotte (Miraggi, 2019). Ha creato l’ispettore Pietro Malatesta, protagonista della seria noir (illustrati da Andrea Amaducci ed edita da Koi Press) Malatesta. Indagini di uno sbirro anarchico

Diversi suoi reportage e racconti sono apparsi su il manifesto, Il Reportage, East Journal, Scoprire Istanbul, Reporter e Torno Giovedì. Mazzoni è inoltre docente di scrittura narrativa di Corsi Corsari e consulente per diverse case editrici. 

Nel 2015 è entrato a far parte di Mille Battute, un contenitore culturale di esperienze umane che promuove workshop di scrittura, reportage e fotografia in giro per il mondo.

La mia recensione:

Accetto sempre di collaborare con autori e sono lieta di poter dare loro visibilità in questo blog.

Tuttavia Antidolorifico è una lettura che mi ha scioccato, colpito in modo negativo perché qui viene narrata la vicenda di persone che vivono, per così dire, al limite.

In questo romanzo scoprirete cosa significa realmente la parola antidolorifico.

Per i personaggi questo vocabolo evoca qui una via di fuga facile che si può prendere vivendo in una realtà difficile.

Per questo, almeno per me, non sono riuscita ad entrare in sintonia con i protagonisti e con la storia in generale.

Il finale poi mi ha sconvolto e la parte splatter quai horror non l’ho gradita particolarmente.

Interessante, più che l’opera, sarebbe psicanalizzare l’autore per comprendere bene la sua vena sanguinosa.

Per concludere non è che sia un’opera mal riuscita, ma non ha incontrato le mie aspettative e il desiderio di leggere qualcosa che non evochi una strage.

Di certo un suo reportage mi sarebbe piaciuto di più leggere perché si vede che dietro al romanzo c’è la passione per la scrittura e l’ironia è evidente in questa storia noir.

In questo scritto l’influenza cinematografica è spiccata. I personaggi infatti sembrano pensati e starebbero molto bene in un film più che nella carta.

Infine il mio pensiero generale sulla parola antidolorifico è che solo una scappatoia per evitare di prendere una decisione.
A mio parere una dipendenza mortale cui purtroppo cadono in molti.

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