Recensione libro: Tokyo Orizzontale di Laura Imai Messina

Buongiorno carissimi liberi e libere. Qui è Luna, la vostra donna di intelletto, a tenervi compagnia in questo torrido giugno con altri suggerimenti per le vostre letture. Si tratta di un volume che tratta di amore e di amicizia ma che naconde la vera protagonista tra le pagine. Si perchè il personaggio principale non è una citta, vibrante, pulsante e caotica come può essere Tokyo.

La trama

Quattro ragazzi si incontrano una notte, a Shibuya, nel quartiere più giovane e convulso di Tokyo. Tutto avviene per caso, a cavallo di un’eclissi di luna. Sara, Hiroshi, Carmen e Jun sono diversi, come discorde è la loro visione dell’amore e della vita.

Nella città-melograno i quattro si sfiorano senza saperlo, si trovano e si perdono un attimo dopo. Sara cerca l’amore definitivo, Hiroshi qualcuno che accetti con lui il fallimento, Carmen è bugiarda e si piega alla passione mentre Jun pretende il mondo riverso ai suoi piedi.

Tokyo li guarda, li separa e li avvicina nell’arco di tre giorni soltanto, destinati tuttavia a cambiare la vita di ognuno di loro. Perché è questo che Tokyo fa alle persone: le cambia.

L’autrice

Laura Imai Messina è nata a Roma. A 23 anni si è trasferita a Tokyo dove ha conseguito un PhD presso la Tokyo University of Foreign Studies. Insegna in alcune delle più prestigiose università della capitale. Ha esordito con successo nel 2014 con Tokyo Orizzontale (Piemme). Nel 2018, sempre per Piemme, è uscito Non oso dire la gioia e per Vallardi il best-seller Wa, La via giappone–Questo testo si riferisce alla paperback edizione.

La mia recensione

‘Se New York è una mela, allora Tokyo è un melograno’

Batrerebbe soltanto questa breve frase per descrivere questo libro. Eppure Tokyo Orizzontale racconta molto di più, perchè offre uno spettacolare ritratto di una delle metropoli più conosciute del mondo.

In poche semplici pennellate prodotte grazie a frasi magnetiche l’autrice, Laura Imai Messima, descrive e rende in modo vivido il fascino indiscreto di Tokyo e di tutti i suoi quartieri, e lo fa attraverso le storie di quattro personaggi principali che si incrociano e si inseguono, si rincorrono per poi finalmente ritrovarsi.

Come ho già spiegato, la vera protagonista è questa metropoli, fatta di capillati reti ferroviare, quartieri caotici che pullulano di persone che vanno di fretta eppure riescono, con un colpo di fortuna a intrecciare le loro storie.

Non sono mai stata in questa città ma mi è bastato leggere questo testo per innamorarmene. Soprattutto di Shibuya, che ha il fascino di una amore non corrisposto, tossico, che nonostante tutto però ti cattura e non ti permette mai di abbandonarlo.

Qui viene raccontata la bellezza di una città che vibra, che vive su entrambi i lati, quello orizzontale capitanato dalla grande ed efficientissima rete ferroviaria, e quello verticale in cui regnano sovrani gli altissimi grattacieli.

Ritornando alla frase di apertura di questa recensione spieghiamo meglio il significato di essa. Tokyo è un melograno pechè:

“i chicci hanno una dolcezza prudente che emerge in un tutt’uno con l’amaro del seme. È il sapore legnoso degli ammassi di insegne coloratissime che delimitano le strade e i marciapiedi”

Ma anche perchè:

“Raggrumata intorno alle stazioni c’è la Tokyo attiva ed eccitata, affamata di cose e consumi. Allontanandosi dalle strade principali, invece, si comincia a respirare la Tokyo sonnachiosa, quella che sa che la sopravvivenza sta nell’equilibrio”

Ecco bastano queste brevi frasi a rendere tutta la meraviglia di questa metropoli. Che si erge a vera protagonista di questo romanzo.

Ma è grazie all’abilità dell’autrice che rende palpabile il fascino di Tokyo con frasi che sembrano pennellate di un’artista a colorare una tela, di tocchi di colore, di tutti i chiari e gli scuri che vanno a ricreare uno splendido ritratto nel quale il volto è una città.