Recensione libro: Non è questo che sognavo da bambina

Buongiorno liberi e libere. Qui è Luna a tenervi compagnia con altri consigli per le vostre letture.

La trama

Neolaureata. Coinquilina. Fuorisede. Precaria. Se dovesse descriversi, Ida lo farebbe così. E da oggi aggiungerebbe alla lista: stagista. Stagista in una grande-e-importante-agenzia-di-comunicazione. Non è quello che sognava da bambina, ma tant’è: dopotutto, non è la prima volta che le cose non vanno nella direzione sperata. Avrebbe voluto vivere ovunque tranne che a Milano, e vive a Milano. Voleva una relazione stabile, ed è stata lasciata. Ha studiato per diventare sceneggiatrice, e invece fa la social media manager. Ogni mattina si trascina verso l’ufficio e, tra meeting, brainstorming e tante altre parole che finiscono in -ing, lì resta fino a sera, impegnata in un lavoro che non riesce a capire che lavoro sia, circondata da colleghi che sono simpatici e brillanti, sì, ma solo tra di loro. Fino al giorno in cui, stanca di una vita che troppo spesso si riduce a essere un pendolo che oscilla tra un file Excel e la prossima sbronza, Ida capisce che, per sopravvivere, deve adattarsi, assomigliare più a loro – i suoi colleghi, il suo capo – e meno a sé stessa. E mentre le ambizioni cambiano e il confine tra giusto e sbagliato si fa inconsistente, rincorrere i suoi sogni diventa un capriccio che non può più concedersi. È ora di crescere: ridimensionare le aspettative e accettare i compromessi. Così, quando le arriva la notizia di un concorso a cui candidare il suo cortometraggio, Ida non sa che fare. Quasi non ricorda più cosa sognasse da bambina, chi volesse diventare. Ma non si può mai mentire del tutto a sé stessi. Almeno, non a quello che c’è in fondo alla propria anima.

L’autrice

Sara Canfailla ha studiato presso la Scuola Holden di Torino, dove ha conosciuto Jolanda Di Virgilio. Durante la settimana si occupa di social, comunicazione e editoria. Per tutto il resto del tempo, scrive. Jolanda Di Virgilio ha studiato presso la Scuola Holden di Torino, dove ha conosciuto Sara Canfailla. Durante la settimana si occupa di social, comunicazione e editoria. Per tutto il resto del tempo, scrive. –Questo testo si riferisce alla paperback edizione.

  • Titolo: Non è questo che sognavo da bambina
  • Autore: Sara Confailla
  • Editore: Garzanti
  • Genere: Narrativa italiana contemporanea
  • Data pubblicazione: 26 agosto 2021
  • Numero pagine:
  • Prezzo copertina
  • Prezzo e-book:
  • Narrazione: prima persona

La mia recensione

Ci sono pochi romanzi in cui si riesce ad entrare in sintonia con con il personaggio principale e Non e questo che sognavo da bambina e uno di questi .Per me e stato facile immedesimarmi in Ida. Protagonista venticinquenne che dopo la laurea e un master trova lavoro come copywrighter.

Lo stage per questa donna in carriera sara un’ardua impresa . Tra colleghi con cui e difficile legare, un capo che sembra avere occhi solo per lei e incidenti che mettono a rischio la sua assunzione , Ida si rivela una figura davvero ben caratterizzata.

Questa protagonista dimostra di avere carattere. Non si lascia scoraggiare di fronte alle difficolta . Anche se il suo sogno e quello di diventare una sceneggiatrice, riesce a venire a patti con la realta nn barattando di certo la sua felicità .

Per lei , ma anche per molti noi lettori , preferisce adeguarsi al sistema, avere un posto di lavoro che le garantisce unp stipendio con il quale permettersi di pagare l’affitto e la carta igienica sette veli.

Alcuni lettori potrebbero obbiettare affermando che Ida non abbia spina dorsale. Personalmente, leggendo questo romanzo ho trovato che invece Ida abbia una certa faccia tosta. Per lei avere un posto di lavoro sicuro non significa non farsi il mazzo.

Quindi ho apprezzato molto la schiettezza di questa protagonista che lascia da parte il suo sogno di bambina per un desiderio di stabilita e certezza che sono necessari in un mondo in cui tutto va piu veloce e dove tutto si consuma piu in fretta.

Certo, lascia un po di amarezza e un velo di disillusione sapere che una giovane donna ha messo da parte le sue aspirazioni pur di guadagnarsi una certa posizione, specie in una citta come Milano, dove , prima di tutto, ti viene chiesto che cosa fai per vivere.

Quindi ben venga il fatto che esistano figure realiste come Ida, disposte a sacrificare i loro desideri cercando una prospettiva di vita più in una societa in cui viviamo, dove non c’ nessuna certezza.

Il romanzo però non vuole di certo lanciare il messaggio che i sogni si debbano lasciare in un cassetto. Mette in luce come purtroppo essi si scontrino con la triste verità che la realtà è fatta anche di esigenze materiali.

Quindi un li ben fatto, con una prosa accattivante , consigliato a tutti i sognatori che pero riescono s stare con i piedi per terra, che si sanno adattare nonostante le loro ambizioni.

BUONA LETTURA!!!!