Recensione libro: La nobile arte di mollare tutto

Sapete quanto sono attratta dalla crescita personale. Adoro le letture d’evasione ma anche i libri che, pur in apparenza leggeri, sanno entrarti nel profondo e arrivano a scuoterti dentro. Oggi voglio proporvi proprio uno di questi libri. Parliamo di La nobile arte di mollare tutto di Mattew Quick.

La trama

Nanette è un’atleta, figlia e studentessa modello da sempre. Ma quando il suo amato insegnante di letteratura le consegna una copia di un misterioso e ormai introvabile romanzo cult, sente che quello è il suo libro, che le sta parlando. Quella storia e l’incontro con il suo autore fanno cambiare tutto, e grazie a loro Nanette conoscerà Lex, giovane e tormentato poeta, di cui si innamorerà. Presto però si troverà di fronte a scelte decisive e scoprirà quale prezzo può avere prendere in mano la propria vita e imparare a dire basta.

L’adolescenza è un periodo complesso. Si fanno le prime vere esperienze importanti e si definisce meglio la propria identità. Con il confronto con i pari si è portati a comprendere meglio se stessi e le proprie inclinazioni. Vi è però una sorta di delicato equilibrio tra omologarsi agli altri per il desiderio di costruirsi una cerchia sociale e quello di esprimere il proprio vero sé. Questo, a volte, porta a compiere anche scelte che difficilmente vengono comprese da chi ci sta vicino e possono anche portarci a sentirci diversi ed esclusi.

Questo è il dilemma che vive Nanette, la protagonista di questo romanzo. Futura promessa della squadra di calcio della scuola, ad un certo punto si sorprende di quanto sia brava in una cosa che però non le piace davvero.

Arriva quindi ad un punto di rottura; abbandona il calcio e poco dopo si ritrova a vagare tra i corridoi della scuola come un fantasma. Solo Alex, Oliver e lo strano scrittore Wrigley sembrano capire il suo desiderio di seguire i suoi desideri.

A un certo punto, però, un fatto la spinge a chiedersi se non sia stata troppo rigida. Pertanto decide di fare un esperimento: sceglie di accondiscendere gli altri, nascondendo il suo vero sé; accetta di buon grado ogni richiesta che le fanno mostrando sorrisi. Insomma, fa le cose che fanno tutti gli altri, le persone “normali”.

L’essere accondiscendente però non la porta ad essere più felice, anzi, ben presto si trova ad avere una crisi simile a quella che l’ha spinta a mollare il calcio. Ritorna ad essere la Nanette isolata di prima, tuttavia, comprende che “forse non sono i fattori motivanti che hanno importanza quanto semplicemente partecipare … lanciarsi con la parte più autentica e migliore di sé nell’universo, con trasporto. Forse cedere alla nostra vera natura ci spinge avanti verso l’ignoto, verso obiettivi che non avevamo mai neppure sognato, ma che esistono nonostante tutto.”

Questo romanzo, all’inizio mi ha attratta per la sua apparente leggerezza. Via via  che ho proseguito con la lettura, però, non ho potuto che rimanere ammaliata dalle vicende della protagonista, che si trova smarrita e alla ricerca di un modo di esprimere se stessa che la rispecchi veramente. Una lettura davvero toccante che va gustata a cuor leggere e anche con un certo spirito esplorativo. A tutti a volte capita di sentirsi spaesati e di aver bisogno di ritrovarsi, proprio come la nostra Nanette che però non si dà per vinta e sceglie di affrontare il futuro con coraggio e determinazione.

Buona lettura!