La congiura dei Pazzi

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Sisto quarto, con i suoi nipoti, in un dipinto di Mellozzo da Forlì

Buona giornata a tutti voi amici lettori!!! Sto per proporvi un libro, o meglio due ,  a cui ho avuto modo di appassionarmi studiando per un esame di storia. Si tratta de La congiura dei pazzi, intrighi politici, sangue e  violenza nella Firenze dei Medici   e del Coniurations commentarium di Angelo Poliziano

Un libro che ho trovato interessante, perché sono sempre stata interessata  alla storia in generale e in particolare agli intrighi, ai complotti avvenuti specialmente durante il periodo Rinascimentale.

Qui Lauro Martines offre un quadro dettagliato di quella che era la Firenze del 1400. Una Firenze religiosa, superstiziosa, attenta alla politica, in cui ogni uomo che si rispetti voleva entrare a far parte delle cariche pubbliche, in particolare quella di priore e di gonfaloniere di giustizia. L’autore rende bene anche i vizi e la corruzione che dilagavano a quel tempo, tra i nobili e nella Chiesa.

In questa Firenze repubblicana dominavano un gruppo di famiglie, esse pur non avendo titoli nobiliari, si erano create un nome e un patrimonio entrando nelle corporazioni o nel commercio come banchieri. Tra le famiglie più importanti vi erano i Medici, che come spiega Lauro Martines, erano degli importanti banchieri nonché i detentori del monopolio dell’allume, la principale rendita del papa.

Nel libro Martines tratteggia molto bene  delle figure opposte e in contrasto tra loro: Lorenzo de’ Medici, Jacopo Pazzi e il papa Sisto quarto.

Cominciamo a trattare della figura di Lorenzo, personaggio che mi ha affascinato per vari motivi. Lauro lo ritrae a tuttotondo, lo descrive come un personaggio poco attraente, con una voce nasale ma determinato a detenere il potere.

Dotato di grandi capacità dialettiche e in grado di  ammaliare qualunque persona si trovasse a contatto con lui. Qui Lauro Martines lo ricorda in una veste meno conosciuta e negativa come sensale di matrimoni tra nobili. Questi matrimoni erano contratti in modo da non fargli ombra.

L’autore lo tratteggia come colui  che aveva cercato di attuare brogli elettorali per difendere il suo potere, colui che aveva cercato di eliminare ogni voce di dissenso per poter governare, anche perché se avesse perso il potere avrebbe portato con se nella sconfitta anche le altre famiglie a lui vicine. Qui Lorenzo è ricordato anche come parente dei Pazzi, perchè sua sorella Bianca de’ Medici era andata in sposa a Guglielmo Pazzi, discendente da una nobile stirpe di banchieri.

Gli equilibri tra le famiglie ( i Pazzi in particolare) i Medici e il papa, come ricorda l’autore si vanno incrinando, perchè il potere di Lorenzo diventa sempre più forte, come cresce l’odio verso questa figura perché  il Magnifico era riuscito a togliere l’eredità della  Borromeo, che faceva parte della famiglia dei Pazzi.

Lorenzo inoltre non aveva concesso un prestito al papa per poter comprare Forlì e si era opposto alla nomina ad arcivescovo di Francesco Salviati, nipote di Sisto.

Tutti questi motivi, spiega l’autore, fanno si che la famiglia Pazzi, in particolare Francesco Salviati e Francesco Pazzi architettino la famosa congiura avvenuta il ventisei aprile 1478, e che riporta anche Angelo Poliziano nel suo Coniurationis Commentarium, che è una testimonianza dell’accaduto.

Martines presenta anche la figura di Jacopo Pazzi, capostipite della famiglia, che all’inizio era contrario alla congiura per la sua natura riflessiva e tipica del giocatore d’azzardo. Infatti di Jacopo si dice che non volle congiurare perchè riteneva tale opera troppa pericolosa.

Poliziano lo presenta come folle giocatore e come figura irosa, ma per l’autore era un personaggio amato a Firenze e ben conosciuto in quel mondo. Delinea anche la figura a mio avviso più accattivante, quella di Sisto quarto, acerrimo nemico di Lorenzo, rappresentato nel libro come un nepotista, ovvero, un personaggio avido che voleva mantenere il potere solo nel ristretto circolo familiare, infatti di lui viene detto che dopo la sua nomina, acquistò case a Roma per le sue sorelle che venivano da Genova e fece nominare cardinali alcuni suoi familiare anche senza consenso del Consiglio.

Infine Martines fa un confronto tra il Commentarium di Poliziano e il Discorso di Cola Montano, nemico di Lorenzo, per far comprendere la diversa posizione e punto di vista di uno stesso avvenimento quale la congiura dei Pazzi. Concludendo che nonostante l’accaduto anche per uno storico Martines risulta difficile schierarsi anche se propende per i Pazzi elencando anche le loro ragioni.